La radio al tempo del colera – Radio Contatto del 17 aprile

In diretta da Frittole, una nuova, rumorosa, coltissima puntata di Radio Contatto.

Oggi diventa per voi Radio Mattone, Radio Forse Sì che forse No, Radio Immaginario.

Sartre vs Donna Haraway: Amelie e Marina tengono il corso magistrale accellerato sull’Immaginario (12CFU)

I racconti del Concorsone “..E venne un dì“: Bepi e Rosa leggono tante storie per immaginare, e continuano i contributi critici.

Reverendo esegue la “rassegna chiappa”

Diesis ci diletta con “White Rabbit”

PARTECIPATE NUMEROS+ AL CONCORSONE LETTERARIO, ORSU’!
A seguire il testo:

“E verrà il dì…” iniziativa letteraria.

Sei così ottimista che tutti ti infamano, o credi che al peggio non ci sia mai fine?
Ti lasci dolcemente cullare nel presente, o il futuro è già impresso chiaramente nella tua coscienza?
Sei in contatto con ogni universo parallelo o il tuo cervello è l’unico mondo possibile?

Se proprio questa realtà ti doveva toccare, impasta le tue meningi e lucida la sfera di cristallo, ascolta la sinfonia dell’infinito. Sblocca l’attesa, aggrega qualunque altrimenti in un unico adesso.

Poi corri a prendere carta e penna! Dai ascolto alle tue più deliranti premonizioni, alle più razionali previsioni, o dicci semplicemente quale scenario ci aspetta per il futuro.

Quando hai scritto tuttto quanto, invia il tuo testo a distopie(at)esiliati.org. Ogni venerdì, dalle 19 alle 21, leggeremo i testi in diretta su Radio Wombat e assegneremo ricchissimi e casualissimi premi!

Perchè? Perchè la nostra idea di futuro sembra sgretolarsi davanti ai nuovi sistemi di controllo, al distanziamento sociale, alle prossime pandemie già dietro l’angolo. Perchè i sentimenti si alternano ad una velocità pazzeca, perchè ci sentiamo già cambiat+. Perchè vogliamo andare oltre, per ora scavando con la forza propulsiva dell’immaginazione.

Un amico ci ha scritto:
Sogniamo il tempo in cui supereremo lo stato di cose presente: forse soccomberemo all’incubo tecnocratico del totalitarismo biomedico, forse le nostre vite torneranno alla quotidianità di prima e tutta questa storia sarà solo un brutto ricordo, mentre sprofonderemo di nuovo nel dolce orrore della mercificazione totale delle nostre esistenze. O forse è giunto il momento di realizzare i nostri sogni. Ma per trasformare il senso ineluttabile della fine in quello visionario della rinascita, […] serve tenere insieme la lucidità dell’analisi e la capacità di sognare per muoversi nelle logiche oniriche che ci connettono con l’Invisibile, perché è lì che si trovano le alleanze e le protezioni adeguate ai tempi. Muoversi sulla linea che separa il sogno dalla realtà, e all’occasione varcarla senza per questo impazzire, è la via del rivoluzionario: solo riuscendo ad immaginare, a sognare un mondo differente da questo è possibile cambiarlo veramente realizzando l’inaudito, ciò che per altri è impensabile, impossibile perché “non ci sono alternative”.

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