In diretta da Frittole, una nuova, rumorosa, coltissima puntata di Radio Contatto.
Oggi diventa per voi Radio Mattone, Radio Forse Sì che forse No, Radio Immaginario.
Sartre vs Donna Haraway: Amelie e Marina tengono il corso magistrale accellerato sull’Immaginario (12CFU)
I racconti del Concorsone “..E venne un dì“: Bepi e Rosa leggono tante storie per immaginare, e continuano i contributi critici.
Reverendo esegue la “rassegna chiappa”
Diesis ci diletta con “White Rabbit”
PARTECIPATE NUMEROS+ AL CONCORSONE LETTERARIO, ORSU’!
A seguire il testo:
“E verrà il dì…” iniziativa letteraria.
Sei così ottimista che tutti ti infamano, o credi che al peggio non ci sia mai fine?
Ti lasci dolcemente cullare nel presente, o il futuro è già impresso chiaramente nella tua coscienza?
Sei in contatto con ogni universo parallelo o il tuo cervello è l’unico mondo possibile?
Se proprio questa realtà ti doveva toccare, impasta le tue meningi e lucida la sfera di cristallo, ascolta la sinfonia dell’infinito. Sblocca l’attesa, aggrega qualunque altrimenti in un unico adesso.
Poi corri a prendere carta e penna! Dai ascolto alle tue più deliranti premonizioni, alle più razionali previsioni, o dicci semplicemente quale scenario ci aspetta per il futuro.
Quando hai scritto tuttto quanto, invia il tuo testo a distopie(at)esiliati.org. Ogni venerdì, dalle 19 alle 21, leggeremo i testi in diretta su Radio Wombat e assegneremo ricchissimi e casualissimi premi!
Perchè? Perchè la nostra idea di futuro sembra sgretolarsi davanti ai nuovi sistemi di controllo, al distanziamento sociale, alle prossime pandemie già dietro l’angolo. Perchè i sentimenti si alternano ad una velocità pazzeca, perchè ci sentiamo già cambiat+. Perchè vogliamo andare oltre, per ora scavando con la forza propulsiva dell’immaginazione.
Un amico ci ha scritto:
“Sogniamo il tempo in cui supereremo lo stato di cose presente: forse soccomberemo all’incubo tecnocratico del totalitarismo biomedico, forse le nostre vite torneranno alla quotidianità di prima e tutta questa storia sarà solo un brutto ricordo, mentre sprofonderemo di nuovo nel dolce orrore della mercificazione totale delle nostre esistenze. O forse è giunto il momento di realizzare i nostri sogni. Ma per trasformare il senso ineluttabile della fine in quello visionario della rinascita, […] serve tenere insieme la lucidità dell’analisi e la capacità di sognare per muoversi nelle logiche oniriche che ci connettono con l’Invisibile, perché è lì che si trovano le alleanze e le protezioni adeguate ai tempi. Muoversi sulla linea che separa il sogno dalla realtà, e all’occasione varcarla senza per questo impazzire, è la via del rivoluzionario: solo riuscendo ad immaginare, a sognare un mondo differente da questo è possibile cambiarlo veramente realizzando l’inaudito, ciò che per altri è impensabile, impossibile perché “non ci sono alternative”.