Dalla parte dei palestinesi: Miko Peled
Il figlio del Generale contro l’apartheid e il sionismo
Vi riportiamo un’intervista esclusiva della nostra redazione a Miko Peled e alcune parti del suo intervento al Circolo Boncinelli. A seguire ascolterete anche un’intervista a Yana Ehm ex cinque stelle presente alla serata sulla Palestina.
Figlio di un ex Generale israeliano che partecipò alla Guerra dei sei giorni, Miko Peled, è stato invitato all’Associazione Amicizia Italo-palestinese, dove ha partecipato a due serate per la Palestina: alle Comunità delle Piagge di Don Santoro e al Circolo Boncinelli di Bagno a Ripoli. E’ stato invitato poi al Comune di Firenze dal gruppo consiliare di Sinistra Progetto Comune, dove ha incontrato il presidente del Consiglio comunale Luca Milani, e i consiglieri Dimitrij Palagi e Antonella Bundu . Tra le molte questioni dibattute, vogliamo ricordare la risposta alla domanda su come spiega che gli ebrei, con quello che hanno subìto nelle persecuzioni razziali e nella shoah, diano luogo ad uno stato razzista e di apartheid, Peled ha voluto precisare che gli israeliani hanno ben poco a che fare con le persecuzioni e la shoah. Per lo più, i sopravvissuti della shoah non sono andati in Palestina e molti di quelli che vi sono andati, in seguito sono andati via da Israele nauseati dal razzismo e dall’apartheid. Anche sulla memoria i sionisti operano un furto, se ne impossessano e ne fanno un’industria. Molti sopravvissuti o loro discendenti sono dissidenti che esprimono condanna dello stato di apartheid.
I link della Rassegna Stampa:
- Zero politica, Draghi e Von der Leyen ai palestinesi portano solo soldi | il manifesto
- L’indegno accordo dell’Unione Europea con Israele contrasterà davvero il cambiamento climatico? – Invictapalestina
- La borsa di studio dell’Università di Haifa esclude di fatto gli arabi | bocchescucite
- La commissione ONU sulla Palestina invita a cercare nuovi metodi per obbligare Israele a rispettare le leggi internazionali – Zeitun
Per la rubrica Unadikum vi faremo ascoltare una sintesi di Alessandra Mecozzi di Cultura è Libertà sul Forum delle Donne che si è tenuto a Gaza dal 5 al 7 di Giugno.
Musica:
- Paradise Now (triler)
- Emel Mathlouthi “Holm” (un sogno)
- Sourise Palestine
- Renosa “We will not go down” (Sound for Gaza)
- RimBanna: “Fares Oude”
Siamo francamente colpiti dalla volgarità con cui trattate il tema della persecuzione antiebraica del nazifascismo, la vicenda dei sopravvissuti (ben 250.000 trovarono rifugio nella palestina mandataria, malgrado l’opposizione della Gran Bretagna occupante e il rifiuto di paesi europei da cui erano originari e dove collaborazionisti filonazisti avevano cooperato attivamente nella deportazione e nello sterminio di massa di accoglierli dopo la fine della guerra), nonchè l’implicazione per cui noi ebrei da vittime ci saremmo trasformati in persecutori. Facile atteggiamento autoassolutorio degli europei.
Dove è leggibile l’intervista a Peled ? Dubitiamo fortemente che abbia detto le cose che gli attribuite nel vostro sommario.
Jcall Italia
L’intervista a Peled si può risentire nel podcast della trasmissione (2) così come il suo intervento al Boncinelli, mentre non è stata registrata la fase successiva di domande-risposte, tra le quali quella che abbiamo voluto riferire, in cui Peled ha detto in modo esplicito che gli israeliani non hanno titolo per pretendere la rappresentanza del mondo ebraico e di gestione della memoria che essi pretendono invece di monopolizzare.
Le osservazioni di J-Call sembrano invece volte a legittimare, attraverso numeri e vicende su cui potremmo molto discutere, tale rappresentatività
Quel che chiediamo a J-Call è se convenga accertare quel che esattamente ha detto Peled nella sua riposta e soppesarne la attendibilità storica o non piuttosto preoccuparsi della domanda e di quel che essa rivela. La domanda esprime infatti una opinione diffusa, quella secondo cui gli ebrei quello che è stato fatto a loro lo stanno rifacendo ai palestinesi, quella per cui Lillian Rosengarten, figlia di sopravvissuti di Auschwitz, scrive: “Il ciclo di abusi si ripete all’infinito, ed è così che per me i palestinesi sono le ultime vittime dell’Olocausto”.(1)
Ad un mondo ebraico i cui valori e cultura sono universali è immeritato che vengano attribuite responsabilità ed atti di cui è attore uno Stato per i propri interessi territoriali ed economici, ma ciò consegue inevitabilmente a seguito della appiattita adesione delle maggiori comunità ebraiche a tutti gli atti e tutte le versioni – ancorché palesemente insensate – israeliane.
Ma i Peled, Rosengarten, Pappè, Finkelstein, Ovadia che ci dicono che l’ebraismo ed il mondo ebraico sono altra cosa e ci raccontano un’altra verità finora oscurata, non sono più mosche bianche. Il disagio, l’imbarazzo ed infine l’intollerabilità per uno stato di cose che non ammette più finte soluzioni è presente in un numero crescente di ebrei già sionisti, ultimo Abraham Jehoshua. Oggi si esige una vera mediazione e una rimessa in discussione delle rispettive posizioni.
E’ su questa disponibilità che ci aspetteremmo una risposta da J-Call.
La Redazione di Buongiorno Palestina
(1) Lillian Rosengarten “Il sogno di uno stato ebraico e l’incubo della sua realtà” https://www.amiciziaitalo-palestinese.org/index.php?option=com_content&view=article&id=7133:il-sogno-di-uno-stato-ebraico-e-l-incubo-della-sua-realta&catid=27&Itemid=78
(2) https://radiowombat.net/buongiorno-palestina-102/