I prigionieri politici palestinesi nelle carceri israeliane
Rispetto alla letteratura della detenzione, oggi il sistema carcerario israeliano è cambiato. Oltre all’arresto, a cui fa seguito spesso il ferimento se non la morte dell’individuo, nelle carceri israeliane, alla tortura del corpo, si aggiunge quella psicologica procurata con l’isolamento che denaturalizza il palestinese, lo deculturalizza, lo isola dal contesto sociale, con lo scopo di rimodellarlo secondo la volontà dell’occupante. Il libro “L’eco delle Catene” – di Ahmad Sa’dat tradotto da Stefano Mauro, è una testimonianza di come l’obiettivo oggi, più di ieri, non sia più solo il corpo, ma la mente. Ahmad Sa’dat è Segretario Generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP), il più importante partito della sinistra radicale palestinese. Condannato a 30 anni di carcere come “referente politico” di un’organizzazione considerata da Tel Aviv “terrorista”, da allora vive nelle carceri israeliane. La sinistra internazionale ha lanciato una campagna di solidarietà (#Free Ahmad Sa’dat) che ne chiede il rilascio.
Lo stato di Israele e, in precedenza, il movimento sionista non hanno risparmiato nessun metodo per reprimere i figli del popolo palestinese . In queste testimonianze vi troverete, come nell’Inferno di Dante, di fronte alle più varie strategie punitive per tutto il popolo palestinese. Detenuti bambini e genitori carcerieri, loro malgrado, fanno parte del panorama vessatorio della sbandierata “democrazia” israeliana. Vi sono prigionieri palestinesi ma anche palestinesi prigionieri, perchè quello che sembra un gioco di parole coinvolge un popolo nella sua totalità: quelli che vivono nella diaspora, i rifugiati espulsi dal ’48, quelli che vivono nei territori occupati del 67 e ancora, i palestinesi di Gaza, là dove la vita è peggiore del carcere.
Link al video “I prigionieri politici palestinesi nelle carceri israeliane” di Amicizia Sardegna Palestina: https://www.youtube.com/watch?v=pd_w-iR-9j8
Musica
- Mohammed Assaf in “Dammi Falestin” : “Il mio sangue è palestinese“
- Souad Massi in “Salam” dal film Between Heaven and Heart di Nawa Naijar
- Souad Massi in “Ghir Enta“: “Senza te“
- “Smile Palestine”: “Sorridi Palestina“
- Oh This Word! : Oh Mondo !