La radio al tempo del colera – diretta speciale del Primo Maggio

In diretta da Frittole, una nuova, frizzante ma densa puntata di Radio Contatto.

Il ritorno di Radio Mattone, la leggerezza ci ha rotto il kazoo

Marina ci riporta alle origini del lavoro tra corpi e salute espropriati dall’accumulazione originaria nelle parole di Silvia Federici

Stampi e Rosa ci riportano alle origini del Primo Maggio, alle giornate delle rivolte operaie di Haymarket del 1886, nelle parole dei martiri di Chicago

Radio Spore ci trasporta nella noise pura, una pioneristica diretta nella diretta, con tanti baci

Rosa e Morgana ci fanno viaggiare nell’altrimenti, con un nuovo esilarante racconto del concorsone letterario “…e verrà il dì”

Bepi, Albus e Marina cantano “O cara moglie”

PARTECIPATE NUMEROS+ AL CONCORSONE LETTERARIO, ORSU’!
A seguire il testo:

“E verrà il dì…” iniziativa letteraria.

Sei così ottimista che tutti ti infamano, o credi che al peggio non ci sia mai fine?
Ti lasci dolcemente cullare nel presente, o il futuro è già impresso chiaramente nella tua coscienza?
Sei in contatto con ogni universo parallelo o il tuo cervello è l’unico mondo possibile?

Se proprio questa realtà ti doveva toccare, impasta le tue meningi e lucida la sfera di cristallo, ascolta la sinfonia dell’infinito. Sblocca l’attesa, aggrega qualunque altrimenti in un unico adesso.

Poi corri a prendere carta e penna! Dai ascolto alle tue più deliranti premonizioni, alle più razionali previsioni, o dicci semplicemente quale scenario ci aspetta per il futuro.

Quando hai scritto tuttto quanto, invia il tuo testo a distopie(at)esiliati.org. Ogni venerdì, dalle 19 alle 21, leggeremo i testi in diretta su Radio Wombat e assegneremo ricchissimi e casualissimi premi!

Perchè? Perchè la nostra idea di futuro sembra sgretolarsi davanti ai nuovi sistemi di controllo, al distanziamento sociale, alle prossime pandemie già dietro l’angolo. Perchè i sentimenti si alternano ad una velocità pazzeca, perchè ci sentiamo già cambiat+. Perchè vogliamo andare oltre, per ora scavando con la forza propulsiva dell’immaginazione.

Un amico ci ha scritto:
Sogniamo il tempo in cui supereremo lo stato di cose presente: forse soccomberemo all’incubo tecnocratico del totalitarismo biomedico, forse le nostre vite torneranno alla quotidianità di prima e tutta questa storia sarà solo un brutto ricordo, mentre sprofonderemo di nuovo nel dolce orrore della mercificazione totale delle nostre esistenze. O forse è giunto il momento di realizzare i nostri sogni. Ma per trasformare il senso ineluttabile della fine in quello visionario della rinascita, […] serve tenere insieme la lucidità dell’analisi e la capacità di sognare per muoversi nelle logiche oniriche che ci connettono con l’Invisibile, perché è lì che si trovano le alleanze e le protezioni adeguate ai tempi. Muoversi sulla linea che separa il sogno dalla realtà, e all’occasione varcarla senza per questo impazzire, è la via del rivoluzionario: solo riuscendo ad immaginare, a sognare un mondo differente da questo è possibile cambiarlo veramente realizzando l’inaudito, ciò che per altri è impensabile, impossibile perché “non ci sono alternative”.