Direttamente da “Claridade” festival della letteratura sociale, la presentazione di “Ombre dal futuro“ di Marco Sommariva, che analizza 350 anni di letteratura distopica. È un viaggio fra titoli troppo spesso dimenticati e grandi classici di questo genere, attraverso una scrittura che produce il futuro elaborando l’esperienza: da I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift a Il tallone di ferro di Jack London da Noi di Evgenij Ivanovič Zamjatin a Il mondo nuovo di Aldous Huxley da 1984 di George Orwell a Fahrenheit 451 di Ray Bradbury da Arancia meccanica di Anthony Burgess a Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood. Nelle opere passate in rassegna non si scorgono tracce di un futuro benevolo, nessuna garanzia di libertà, salute e felicità. Eppure, in un’epoca in cui è la realtà a essere spiacevole e indesiderabile, la letteratura distopica col suo carattere anti-repressivo e libertario, può risultare una valida critica – emancipatoria e liberatoria – alla dimensione attuale, un soccorso all’immaginazione, un laboratorio di idee e di riflessioni; insomma, può farsi terreno fertile per il germogliare di una nuova speranza.